Quali sono le prospettive del mercato del lavoro per il nuovo anno? Scopriamolo insieme.
Riepilogo del 2023
Nel 2023 abbiamo raggiunto il record di 23.74 milioni di occupati in Italia. L’anno si è chiuso in positivo registrando un tasso di occupazione in costante crescita (confermato anche dal confronto tra il trimestre settembre-novembre e quello precedente).
Allo stesso tempo però, si registra un aumento degli inattivi (persone che non sono catalogate come disoccupate) e una diminuzione delle persone che cercano lavoro (-3,3%), con l’eccezione della fascia d’età 25-34.
I vari settori hanno performato in maniera differente e in particolare il vero traino dell’occupazione nel 2023 sono stati i settori del turismo, commercio, costruzioni e industrie manifatturiere.
Primi indicatori del 2024
Il primo trimestre dell’anno si apre con una prospettiva di crescita del +13% che diventa ancora più alta se andiamo a vedere i singoli settori come quello dell’energia (+28%), dell’IT (+21%) e dei trasporti (+21%).
Non dobbiamo però dimenticarci del problema principale che persiste: la ricerca e selezione di candidati qualificati, il cosiddetto Talent Shortage. Ben il 75% delle aziende fatica a trovare personale qualificato (e non solo in Italia, il dato coincide con la media globale).
Cosa possiamo aspettarci per il futuro
L’intelligenza Artificiale è stata al centro dell’attenzione per tutto il 2023: possiamo aspettarci ancora di più dal 2024. Secondo l’indagine di ManpowerGroup, l’80% dei profili professionali cambierà a seguito degli effetti dell’intelligenza artificiale sul lavoro.
In Italia è prevista una prospettiva di occupazione netta del 13% con un picco del 30% nel Nord Est. Questo è vero soprattutto per le aziende di medie-grande dimensioni (250+ dipendenti), ma anche per il restante si prospettano nuove assunzioni seppur in minor misura.
Se quindi da un lato vediamo una ripresa economica (seppur contenuta), dall’altra c’è anche una maggior consapevolezza dei candidati qualificati che chiedono di più, non solo a livello economico, ma anche e soprattutto a livello di benefit (come la flessibilità sull’orario di lavoro).