L’Intelligenza Artificiale (AI) sta cambiando profondamente il panorama del lavoro, influenzando non solo i settori tradizionali, ma anche creando nuove opportunità professionali. Se fino a qualche anno fa si temeva che l’automazione potesse eliminare posti di lavoro, oggi emerge con chiarezza come l’AI stia generando una domanda crescente per competenze altamente specializzate. Tra le figure emergenti, spiccano il privacy engineer e il legal tech consultant, ruoli che rispondono alle nuove esigenze normative e tecnologiche.
Un recente rapporto dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (AIRI) ha evidenziato come la Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026 stia investendo 4 miliardi di euro per sostenere ricerca e innovazione, con l’obiettivo di rendere l’Italia più competitiva a livello internazionale. Tuttavia, il dato preoccupante è che oltre il 50% degli italiani non possiede le competenze digitali necessarie per affrontare questa trasformazione. Questo divario rappresenta una sfida cruciale, sia per il mondo del lavoro sia per il sistema educativo e formativo.
Tra i ruoli più richiesti nel mercato del lavoro legato all’intelligenza artificiale troviamo:
- AI Ethicist: professionista che garantisce l’etica, la responsabilità e la trasparenza delle applicazioni AI.
- Infrastructure IT Manager: specializzato nella gestione integrata di reti di comunicazione e risorse di calcolo.
- AI Developer: sviluppatore che crea algoritmi e sistemi di AI, cruciali per migliorare i processi aziendali.
- Legal Tech Consultant: esperto di diritto delle tecnologie, che facilita l’adozione di soluzioni legali automatizzate.
- Privacy Engineer: tecnico che progetta e implementa soluzioni per garantire la conformità alle normative sulla protezione dei dati.
Queste nuove figure sono fondamentali per affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione, ma l’Italia è ancora indietro. Secondo il rapporto, il nostro Paese è tra gli ultimi in Europa per numero di laureati in tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) e per densità di startup attive nel settore AI, con appena 0,68 startup per milione di abitanti, contro l’1,99 della Germania e il 2,05 della Francia.
Per colmare questo divario, gli esperti sottolineano l’importanza di potenziare la formazione accademica e professionale. È necessario un piano straordinario che coinvolga università, enti di ricerca e aziende, al fine di creare un ecosistema favorevole all’innovazione. Inoltre, la combinazione di strumenti open source e closed source potrebbe accelerare lo sviluppo tecnologico, mantenendo un equilibrio tra accessibilità e ritorno economico sugli investimenti.
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Fonte: ANSA