La storia dei videogiochi famosi è ricca, varia e caratterizzata da innumerevoli colpi di scena. Ogni cambio di generazione, ad esempio, è un evento che catalizza l’attenzione del pubblico dentro e fuori dall’industria.
I videogiochi famosi che per non aver lasciato il segno
Di seguito alcuni dei più grandi flop della storia dei videogiochi, lato software: tutti quei titoli che per differenti ragioni, da una scarsa qualità del prodotto fino a un marketing estremo, non sono riusciti a lasciare un segno nella storia.
E.T. the Extra-Terrestrial
L’enorme successo del film E.T. di Steven Spielberg (1982) spinse Atari, che già aveva raggiunto ottimi risultati in termini di vendita con Indiana Jones: Raiders of the Lost Ark, a voler realizzare un videogioco anche sul film.
Peccato che il risultato finale sia ricordato ancora oggi come uno dei peggiori giochi mai concepiti all’interno dell’industria: i risultati di vendita furono talmente bassi da contribuire al fallimento di Atari.
The Legend of Zelda
Altro grandissimo flop degno di nota in termini di vendite quando, nel 1993, Nintendo concesse a Philips i diritti per produrre tre titoli legati all’universo di The Legend of Zelda: The Faces of Evil, The Wand of Gamelon e Zelda’s Adventure. Tre giochi entrati nella leggenda, ma non affatto come le due aziende si auguravano: furono un fallimento su tutta la linea.
Pubblico e critica demolirono i giochi e tutto ciò ricadde su risultati di vendita ovviamente sotto le aspettative. In compenso oggi, a diversi anni dalla loro pubblicazione, i tre titoli possono godere di una rinnovata popolarità, anche se sempre per motivi errati.
EarthBound
Non sempre l’insuccesso commerciale è legato alla bassa qualità del prodotto, spesso intervengono altri fattori. È il caso di EarthBound, secondo capitolo della serie Mother uscito nel 1994 su Super Nintendo. Il colosso nipponico impiegò molte risorse in attività di marketing ma il risultato in tal senso fu disastroso, con una campagna promozionale totalmente sbagliata.
Nintendo dichiarava infatti che il gioco puzzasse in quanto parte del materiale pubblicitario impiegato adoperava il cosiddetto “scratch and sniff”: materiale trattato appositamente per risultare profumato all’olfatto. Una scelta infelice che decretò in sostanza il fallimento commerciale di EarthBound.
Grim Fandango
Titolo dove la storia narrata è di quelle indimenticabili ma le vendite furono tutto fuorché entusiasmanti. Complice una campagna marketing non particolarmente efficace, unita al fatto che il gioco fosse uscito nello stesso periodo di capolavori come Metal Gear Solid e Half-Life.
Discorso analogo per altri due prodotti firmati dallo stesso autore (Tim Schafer), ovvero Brutal Legend e Psychonauts: due opere dalle qualità molto interessanti, ma purtroppo annoverate tra i maggiori fallimenti commerciali della storia dei videogiochi.
Shenmue; Beyond Good & Evil
Due prodotti completamente diversi tra loro ma che condividono lo stesso destino: quello di essere idee geniali non immediatamente comprese dall’utenza, con i proventi delle vendite capaci di coprire appena i costi di produzione. Fortunatamente entrambi stanno avendo una sorta di seconda chance dato che sono riusciti a riconquistare l’attenzione del pubblico negli ultimi anni.
Tomb Raider: The Angel of Darkness; Duke Nukem Forever; SimCity; Overkill’s The Walking Dead
Videogiochi famosi che, pur appartenendo a brand dall’enorme popolarità, non sono riusciti a conquistare il mercato come i rispettivi predecessori sono stati capaci di fare. Tomb Raider: The Angel of Darkness, in primis, seguito da Duke Nukem Forever, per la storia burrascosa dietro ai quindici anni di sviluppo.
SimCity, uscito nel 2013 e incapace anche solo di sfiorare le vette qualitative e i risultati di vendita dei capitoli precedenti. Infine, Overkill’s The Walking Dead, titolo che pur detenendo i diritti di una delle serie TV di maggior successo degli ultimi anni ha raccolto un responso negativo e unanime da critica e pubblico.