Nuovi materiali per sviluppare i cosiddetti neurocomputer sono stati identificati da un gruppo di scienziati National Research Nuclear University MEPhI di Mosca e dell’Accademia Russa delle Scienze. Un neurocomputer è un computer che si basa sui memristori e che è in grado di elaborare nonché memorizzare le informazioni in modalità simili e paragonabili a quelle dei neuroni del cervello umano.
Questa nuova ricerca, pubblicata su Materials Letters, si basa soprattutto sul fenomeno denominato effetto bipolare degli switching resistivi (bipolar effect of resistive switchings, BERS) da applicare, in questo caso, ai memristori, considerati il quarto elemento fondamentale nell’elettronica e componenti essenziali per i futuri computer, in particolare per il cosiddetto comparto del membrane computing, una nuova area, principalmente di studio, che cerca di scoprire nuovi modelli computazionali partendo dalle cellule biologiche e ancora più in particolare dalle membrane cellulari.
Nel membrane computing l’elaborazione dei dati avviene tramite memorie RAM e ROM gestite da elementi simili ai neuroni del cervello umano. L’effetto BERS si rileva quando un campo elettrico esterno modifica la conduttività di un materiale di diversi gradi venendo dunque a creare condizioni metastabili ad alta resistività e bassa resistività. Il team del MEPhI è dunque alla ricerca di nuovi materiali in grado di dimostrare l’utilità effettiva del BERS.
Secondo Andrei Ivanov, professore associato del dipartimento di fisica e nanoscienza a stato solido al MEPhI, “L’innovazione in questa ricerca consiste nell’applicare la litografia che consente di sviluppare la tecnologia per la miniaturizzazione degli elementi di memoria resistiva”.