Burnout: probabilmente avrai già sentito parlare di questa sindrome, ma andiamo ad analizzarla nel dettaglio.
1. Cos’è il burnout?
Secondo l’OMS, Il burnout è classificato come una sindrome concettualizzata come risultato di uno stress cronico lavorativo che non è stato gestito correttamente. Possiamo individuare 3 punti:
- Mancanza di energie. Ci si sente prosciugati, esausti, giù di morale.
- Aumento del distaccamento dal proprio lavoro, sensazione di cinismo e/o negativismo nei confronti della posizione lavorativa.
- Riduzione della prestazione professionale. Si riduce anche la creatività e la fiducia nelle proprie capacità.
Ci si riferisce specificatamente al fenomeno lavorativo e non va confuso con altre esperienze simili in altri contesti. In breve, lo possiamo definire come una condizione di stress legato alla sfera del lavoro.
Non si tratta di una malattia, ma di una sindrome, un “fenomeno occupazionale”.
Questa condizione di stress deve essere cronica e persistente, per cui non parliamo di burnout nei casi delimitati nel tempo. Non si è più in grado di affrontare il proprio carico di lavoro quotidiano e si finisce per soffrire di esaurimento cronico.
Pur rientrando solo nella sfera lavorativa, è difficile restringere le conseguenze del burnout solo a questo ambito. Il disagio si estende anche alla vita privata inevitabilmente.
Non è quindi un problema solo individuale, ma ha a che fare con l’ambito lavorativo in sé; l’azienda, l’organizzazione e, in generale, l’ambiente in cui si lavora e si intessono le relazioni professionali.
2. Come si origina?
Le professioni più a rischio sono quelle legate al contatto con altre persone e che spesso devono soddisfare le esigenze altrui (centralinista, medico, insegnanti ecc).
Altro fattore è la distanza della natura del lavoro dalla natura del lavoratore. Nel momento in cui una persona mette i propri valori personali in secondo piano, questo può causare un forte disagio.
Ci sono solitamente 4 fasi nell’insorgenza del Burnout:
- Entusiasmo idealistico verso il lavoro. Inizialmente il lavoratore è entusiasta del nuovo impiego. Molto attivo, arriva anche a sacrificare la vita personale e familiare.
- Stagnazione. La persona inizia ad accorgersi che non è soddisfatto dei suoi bisogni e dei suoi ideali. Si passa da un super investimento ad un graduale senso di delusione.
- Frustrazione. Si sente una profonda sensazione di inutilità. Questo può esprimersi in un atteggiamento negativo e aggressivo verso se stesso e gli altri. Possono esserci anche i primi casi di assenteismo (malattia, pause prolungate ecc).
- Disimpegno. Si arriva, infine, al distacco apatico che porta alla morte della professione. Disaffezione al lavoro caratterizzata da delusione, insofferenza, intolleranza, cinismo e indifferenza.
3. Quali sono i sintomi?
Ci sono principalmente 3 categorie di segni e sintomi del burnout:
- Fisici
- Psichici
- Comportamentali
3.1 Fisici:
- Stanchezza e sensazione di vuoto
- Basse difese immunitarie che portano a malattie frequenti
- Mal di testa o dolori muscolari frequenti
- Difficoltà a dormire
- Cambiamenti nell’appetito
3.2 Psichici:
- Scarsa autostima
- Sensazione di sconfitta
- Distacco dal proprio lavoro
- Mancanza di motivazione
- Mancato senso di realizzazione
- Tensione e irritabilità
- Cinismo
3.3 Comportamentali:
- Non si vuole assumere alcuna responsabilità
- Procrastinazione
- Gestione dei sintomi emotivi attraverso cibo, alcol e/o sostanze
- Si parla spesso con gli altri delle proprie frustrazioni
- Assenteismo sul luogo di lavoro
4. Cosa fare se si ci si trova in burnout?
Inizialmente si cerca di ignorare i primi sintomi spingendo solo sulla propria volontà. Questo, nella maggior parte dei casi, peggiora solo la situazione. Ci sono alcune tecniche pratiche per migliorare il proprio stato, ma a volte il burnout è il segno che qualcosa nella propria vita non sta funzionando.
Ecco alcuni consigli pratici per risollevarsi modificando il proprio stile di vita:
- Migliorare le relazioni sul posto di lavoro
- Bilanciare la vita lavorativa con quella privata
- Riposarsi: non bisogna sottovalutare il dedicare il giusto tempo al riposo
- Fare attività fisica: ottimo strumento per la gestione dello stress
5. Come prevenire il burnout?
Secondo ilsole24ore, ci sono 5 pattern di comportamento da evitare:
- L’uso di un linguaggio negativo. Bisogna ri-verbalizzare le parole negative.
- L’agire in modo inusuale e incostante. Cercare di ridurre l’incertezza. Evitare di introdurre stati di complessità non necessari.
- Volatilità emotiva. Contenere le nostre emozioni e preferire calma e stabilità emotiva.
- Eccesso di pessimismo. Mantenere uno sguardo alle opportunità piuttosto che ai problemi. Senza però cadere nel “troppo-ottimismo”
- Ignorare le emozioni degli altri. L’empatia è uno dei migliori strumenti per prevenire il burnout.
Conclusioni
Il burnout è una sindrome assolutamente da non sottovalutare. Infatti, le conseguenze dello stress cronico lavorativo riguardano anche la sfera privata. Bisogna prendersi del tempo e pensare alle proprie priorità e, se necessario, cambiare.
Uno dei modi migliori per prevenire il burnout è trovare il lavoro più adatto alla propria persona. Purtroppo molti sottovalutano le offerte di lavoro concentrandosi solo sulla retribuzione economica.
Infatti, esistono molti benefit non necessariamente economici che possono portare ad un benessere maggiore (sempre di più stanno chiedendo la possibilità di lavorare in smart working ad esempio).
Affidarsi ad un’agenzia per la ricerca e selezione del personale permette di trovare nuove offerte lavorative e quelle più in linea con il proprio profilo. Tutto questo gratuitamente e risparmiando tempo!
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